Variante Piano Particolareggiato Maglia 21 2011

Luogo: Bari
Committente: Comune di Bari-Consorzio dei Comparti
Pianificazione e coordinamento: Anna Maria Curcuruto
Progetto urbanistico e di architettura urbana: Luca Labate con D. Acciani, D. Bosco, G. Bruno, M. Costanza, M. Notaristefano, L. Pietropaolo

La Maglia urbanistica interessata dal Progetto di Variante è collocata all’estremità sud-orientale del territorio comunale di Bari, compresa tra la S.S. n. 16 "Adriatica" e il prolungamento di via Caldarola.
L’area copre una superficie lorda complessiva di oltre 90 ettari, ha forma allungata nella direzione est-ovest (poco più di 2 km) e profondità variabile tra i 160 e i 450 m). L’orografia del suolo evidenzia il carattere sostanzialmente pianeggiante dell’intera area, assimilabile ad un piano leggermente inclinato secondo la direzione SO-NE, verso la costa. Il Piano Regolatore Generale di Bari individua la Maglia n.21 come zona territoriale omogenea di tipo C2, destinata a edilizia residenziale. La sua dimensione – intesa come numero di abitanti da insediare (8.662 ab.) – racconta di una espansione urbana che corrisponde a un grande quartiere della città di Bari, ma allo stesso tempo a una piccola città se si considera la scala di Area Vasta dell’Area Metropolitana.

Tra i Piani sovraordinati i cui indirizzi e prescrizioni risultano maggiormente cogenti rispetto al Progetto di Variante della Maglia 21 vi è il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale. Il nuovo Piano Paesaggistico risulta infatti rilevante soprattutto negli obiettivi strategici che delinea, in particolare per quanto riguarda la strategia progettuale denominata “Patto Città-Campagna”. Il “Patto“ delinea, a partire da una lettura morfotipologica dello spazio rurale, una strategia per costruire un progetto solidale tra città e campagna, capace di rigenerare le parti urbane periferiche mediante la progettazione della cosiddetta “campagna del ristretto” o ancora a far assorbire la campagna urbanizzata nello spazio rurale circostante utilizzando progetti di riqualificazione ecologica richiamandosi a forme, grammatiche e materiali dello spazio rurale.

Le cartografie sull’uso del suolo e i riscontri in sito hanno evidenziato la diffusa presenza di attività colturali e agricole, e in particolare la presenza di ampie aree a oliveto e frutteto, che costituiscono uno degli elementi da valorizzare in chiave progettuale per conseguire i succitati obiettivi di integrazione ambientale e paesaggistica tra espansione urbana e campagna.
L’approfondimento delle condizioni di vincolo (architettonico, ambientale e idrogeologico), oltre alla volontà di meglio considerare la opportunità di integrare nell’intervento alcune emergenze ambientali per quanto non sottoposte a vincolo (bosco di conifere del Comparto “C”), sono stati ulteriori fattori che hanno avviato la revisione del vecchio Piano Particolareggiato.

Il concetto di crescita della città contemporanea è spesso in contraddizione con una visione sostenibile. sia per il consumo di risorse (urban footprint) che comporta, sia per il carattere disperso degli spazi che sovente produce.
L’idea guida, che si intende affermare come possibile pratica per l’aggiornamento del concetto di espansione della città contemporanea, è quella di un quartiere di transizione tra città e campagna, definita come sperimentazione di modelli insediativi e socio-economici, fondati sullo stretto rapporto con il contesto urbano/naturale.
In un’area di nuova edificazione come quella in oggetto, sul limite tra città e campagna, la Città di transizione diventa l’idea di un quartiere fatto dall’integrazione e transizione reciproca degli elementi che, dalle infrastrutture a scala urbana a quelle di quartiere, dagli spazi privati a quelli pubblici, dallo spazio urbano artificiale a quello agricolo, se connessi, possono garantire la sostenibilità del fenomeno urbano.
L’idea-guida nel progetto del Piano così definita, può sinteticamente considerarsi articolata secondo quattro principi chiave di interpretazione della continuità/transizione:
01_continuità/transizione naturale;
02_continuità/transizione infrastrutturale;
03_continuità/transizione degli spazi pubblici;
04_continuità/transizione del tessuto urbano.

Il primo principio è quello che ha indirizzato il progetto a riconnettere e integrare nel l’assetto complessivo gli elementi che disegnano e connotano il suolo (gli avvallamenti esondabili; l’ordito dei frutteti, degli oliveti e dei campi a coltura; le cave di tufo inattive; le strade poderali; il bosco di conifere; le permanenze architettoniche), cercando di costruire così una prima e fondativa continuità/transizione tra il tessuto urbano costruito e la campagna.
Il secondo principio è quello su cui è stata progettata la rete infrastrutturale e viaria, che risulta impostata su di un tracciato viario carrabile principale (che si innesta in due punti, sulla via Caldarola e sulla S.S.16 – via Gentile, alla rete urbana), lungo cui far transitare il trasporto pubblico e privato; su di un percorso ciclopedonale centrale, immerso nel verde; su di una rete ciclabile capillare, predisposta a innestarsi sulla rete ciclabile urbana in corso di pianificazione. Il terzo principio si sostanzia nella ricerca di una forte continuità/transizione nella sequenza “spazio privato (abitazione) - spazio semipubblico (spazi condominiali) - spazio pubblico (verde e attrezzature di quartiere)”, ottenuta attraverso la permeabilità dell’isolato “poroso” e la concentrazione dei servizi di quartiere in un unico asse strutturante sempre connesso con le residenze e con la viabilità di quartiere.
Il quarto principio è quello che ha portato a trasporre, su buona parte dell’intervento, il reticolo a maglia quadrata di circa 60 m di lato, proprio della espansione murattiana, come griglia ordinatrice del nuovo insediamento, stabilendo così una continuità dimensionale con la città consolidata.